Wednesday, December 19, 2007

You're beautiful...

Introducing Francesco

Monday, December 17, 2007

Io, te, noi, sempre

Siamo a casa, adesso.
Solo una settimana fa, alle 5.40 del 10 dicembre, siamo partiti.
Alle 19.04 Francesco è nato, l'ho visto uscire dalal mia pancia tirato per un piede dal dottore, era tutto bianco e bagnato e ha fatto un verso come un gattino.
Me lo hanno fatto annusare, naso a naso io e lui, lui con gli occhi aperti e la faccia da extraterrestre, vestito da piccolo pugile con un accapatoio giallino e il cappuccio calato sulla fronte.
Non sono capace di scriverlo, ho solo pensato che potevo anche morire di felicità.
Scrivo sconnessa, piango, rido, non sono capace.
E'stata una cosa fortissima, una valanga, un vento che ti sbatte: mica te le dicono queste cose, prima.
OP forse te le dicono ma tu non sei capace di capirle perchè è impossibile capirle se non le hai provate. Questo lo pensavo del dolore, ma adesso lo penso anche della felicità.
Nessuna felicità della mia vita è stata paragonabile a quel momento.

Adesso siamo a casa, dimessi venerdì.

E' come una luna di miele, mi godo ogni secondo, non esiste più niente. Siamo usciti venerdì pomeriggio dall'ospedale, ciao primo piano dove sei nato, ciao terzo piano della nostra camera su Corso Spezia davanti al campo da calcio, ciao, noi si va: ho pianto per tutta la strada, dalla rotonda di corso unità d'italia fino a casa, inizio di un viaggio, svolta, mai più gli stessi per sempre.
Per te Francesco è la vita, per me e lu una nuova fase, per noi tre insieme l'essere famiglia. C'era il cielo trasparente di Torino d'inverno al crepuscolo, rosa e grigio e violetto. Una cappa di tristezza sulla nostra città colpita, e noi anomali dentro a una bolal di felicità.

Sto capendo cosa significa che non sarò mai più giovane; morirò, come è biologico, perchè adesso sì che davevro ho iniziato a consumarmi, di paura: ieri avevo paura dei buchi per strada, del traffico, del vento, della polvere, di tutto il male che c'è al mondo, solo perchè lui era con me....Mi passerà, adesso siamo al picco, ma mai del tutto, lo so.

Francesco è così bello che ho solo paura di rovinarlo, a volte mi verrebbe da metterlo in una teca e stare solo a guardarmelo per quanto è perfetto. Ha questa faccia da extraterrestre, con gli occhi lunghi a mandorla come il suo papà, i capelli tanti scuri con le basette, la fronte bassa e la bocca sottile e la fossetta sul mento. E' abbronzato, ha un pelino di ittero (vedi alla voce "morirò consumata di paura").

Gli piace la sirena dell'ambulanza e le lucine dell'albero di natale. Gli piace quando apriamo l'acqua in cucina o in bagno. Ogni tanto solleva le palpebre e mi buca con degli sguardi assassini, mi sembra di essere guardata da Dio: niente sorrisi, niente giudizio, solo un lunghissimo sguardo indagatore: "Chi sei, tu?".

Volevo solo scriverlo, perchè sento che ogni giorno si porta qualcosa di nuovo e non riesco a trattenere tutto, ma questo bello di questa settimana vorrei mi rimanesse per sempre. Per quando sarà triste e avrò paura. Per quando non saprò cosa fare.

Benevenuto, figlio.


"Benvenuto raggio di sole, a questa terra di terra e sassi
a questi laghi bianchi come la neve, sotto i tuoi passi stanchi
a questo amore a questa distrazione, a questo carnevale
dove nessuno ti vuole bene, dove nessuno ti vuole male.

A questa musica che non ha orecchi, a questi libri senza parole
benvenuto raggio di sole, avrai matite per giocare
e un bicchiere per bere forte, e un bicchiere per bere piano
un sorriso per difenderti e un passaporto per andare via lontano.

Benvenuto a questa finestra, a questo cielo sereno
a tutti i clackson della mattina, a questo mondo gi troppo pieno
a questa strana ferrovia, unica al mondo per dove può andare
ti porta dove porta il vento, ti porta dove scegli di ritornare.

A questa luna tranquilla, che si siede dolcemente
in mezzo al mare c'è qualche nuvola ma non fa niente
perché lontano passa una nave, tutte le luci sono accese
benvenuto figlio di nessuno, benvenuto in questo paese."

Tuesday, December 04, 2007

Buuuuuuuuaaaaaaaaaa

E' dalle due che c'è un tizio in cucina che smonta svita avvita sfascia trascina...
Vabbè, era il nostro regalo di natale, la lavastoviglie.

E adesso il tizio sta tirando avvitando svitando e soprattutto smadonnando (e io con lui) per rimettere tutto a posto (incluso il modulo resecato -tagliato in due- della cucina): la lavastoviglie ci sta, ma il fuck termosifone per un fuck tre millimetri impedisce l'apertura completa dello sportello.

Soluzione facile: smontare il termosifottutissimo e spostarlo di una decina di cm più a destra. Facilissimo.
Soprattutto se stai per partorire, devi trovare un tubista ed è dicembre, mese in cui il termosifottutto fa un certo comodo.
Ci vediamo a primavera, signor Whirpool...

BUUUUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!
(E adesso qualcuno mi trattenga, che ho un bonus di soldi extra che potrei spendere immantinente in un ticket sola andata per Bora Bora)

Monday, December 03, 2007

Palme del lago Maggiore

Ogni anno facciamo il Natalino a casa degli M&M&M.
E' bello, è caldo, è rilassato, è morbido come la luce del lago che non è mai d'inverno.

Quest'anno c'erano un piccolino, una pancia, e tutti in love e incredibilemtne belli.
Fermiamo l'attimo o corriamo in avanti?

La bandiera è capovolta

Nella valle di Elah, di Paul Haggis (2007)
(ocio che c'è un po' di spoiler)

Non era il film adatto al periodo, visto che è un film anche sulla paternità/maternità sconfitte. Ne sono uscita con magone forte.

Ma è un bel film, anche solo perchè da Haggis (quello di Crash e Million Dollar Baby) aspettavo e temevo più retorica, qui invece c'è un gioco perverso con lo spettatore proprio nel ribaltare la retorica, e nel ribaltarla verso il lato peggiore: tu stai lì e aspetti che si capisca che il soldato ucciso era un buono, un eroe, una vittima. O al limite che è stato intrappolato, preso in qualcosa più grande di lui, magari per colpa dei messicani, o della droga.
Aspetti insieme a suo padre e sua madre.

Invece no, non era un eroe, non era un buono, non è una vittima.
La bandiera sventola al contrario, strappata.

E il film bisogna guardarlo tutto, fino oltre i titoli di coda, perchè lì il fottuto regista ti toglie ogni dubbio che potevi avere.